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Alghero, la Riviera del Corallo

Alghero, la Riviera del Corallo

Ristorante AlBisbe4
in Piazza del Teatro, nel cuore del Centro Storico di Alghero
La città di Alghero, chiamata l'Alguer in catalano e s'Alighera in sardo, è probabilmente la meta più importante del nord-ovest della Sardegna e costitutiva della rete metropolitana del Nord Sardegna in provincia di Sassari: è conosciuta anche come la Barceloneta sarda, ovvero "la piccola Barcellona".

La città di Alghero, chiamata l’Alguer in catalano e s’Alighera in sardo, è probabilmente la meta più importante del nord-ovest della Sardegna e costitutiva della rete metropolitana del Nord Sardegna in provincia di Sassari: è conosciuta anche come la Barceloneta sarda, ovvero “la piccola Barcellona”.

La città ha infatti conservato l’uso del catalano, di cui è un’isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese, riconosciuta dalla Repubblica Italiana (ex art. 6 della Costituzione e legge n. 482/99) e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria.

Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna.

La città, una delle principali della Sardegna e quinta della regione per numero di abitanti, è una delle porte di accesso all’Isola, grazie all’aeroporto che sorge nelle vicinanze di Fertilia. È il capoluogo della Riviera del Corallo, nome che deriva dal fatto che nelle acque della sua rada è presente la più grande quantità del prezioso corallo rosso della qualità più pregiata, pescato da corallari subacquei, attività che con la lavorazione e la vendita, da secoli ha avuto una grande importanza di carattere economico e culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città.

Alghero è la terza città universitaria della Sardegna dopo Sassari e Cagliari, con la sede del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università degli Studi di Sassari, ed è sede anche della Scuola per stranieri di lingua e cultura italiana di Alghero.

Panorama del Porto di Alghero

Origine del nome

Il nome della città ha derivazioni incerte, ma l’ipotesi più accreditata è che provenga da Aleguerium (alga), per la notevole quantità di Posidonia Oceanica che si deposita sul suo litorale sabbioso.

Così scriveva Alberto Ferrero Della Marmora nel 1839:

«Il nome di Alghero sembra provenga da aliga (“alga, erba marina”), che sarebbe stato trasformato in S’Alighera (“Luogo dell’Alga”), che è il nome della città nella lingua dei paesani dei dintorni. Costoro parlano ordinariamente il dialetto sardo del Logodoro, un po’ alterato; ma gli abitanti della città, senza essere ormai dei Catalani “purosangue”, ne hanno nondimeno conservato il linguaggio più o meno intatto; è questa lingua, circoscritta alle mura di Alghero, che parlano tra loro, pur comprendendo e conoscendo tutti la lingua sarda.»

(Alberto Ferrero Della Marmora, Voyage en Sardaigne, Turin-Paris, 1839)

Risulta invece destituita di qualsiasi fondamento un’altra tesi che suppone l’origine dall’arabo algèr e dalla sua similitudine con Algeri, capitale dell’Algeria, fatta risalire al fatto che i pirati musulmani (che avevano in Algeri una loro roccaforte) storicamente hanno frequentato anche le coste della Sardegna con frequenti incursioni e scorrerie, durate fino alla fine del Settecento. Infatti i saraceni, nonostante i molti tentativi, non sono mai riusciti ad insediarsi in Sardegna.

Non è da scartare un’altra etimologia che ne accosta il nome al termine sardo aliga, ossia spazzatura, con riferimento proprio all’odore delle alghe marcescenti. L’etimologia del sardo aliga è tuttavia la stessa di quella di Alghero, come indicato dal DES (Dizionario etimologico sardo) di Max Leopold Wagner, quindi è più probabile una comune derivazione del due termini dal nome dato alle alghe.

Panorama dal Belvedere di Capo Caccia

Territorio e Clima

Alghero è situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, all’interno dell’omonima rada. La maggior parte del territorio a nord dell’area urbana è occupato dalla pianura della Nurra. Nell’estrema frangia a nord-ovest si ergono i sistemi carsici di Capo Caccia, Punta Giglio e Monte Doglia.

Procedendo a sud della città si osserva un territorio formato per lo più da vulcaniti che vanno a formare gli altopiani di Villanova Monteleone e Bosa, dall’ultimo del quale hanno origine alcuni corsi d’acqua che hanno favorito l’agricoltura.

Il clima mediterraneo di Alghero è sicuramente mite per la presenza del mare che soprattutto in inverno ne mitiga le temperature. A nord della città sono presenti anche due osservatori meteorologici, dove vengono effettuate previsioni a breve e medio termine per l’intera parte settentrionale della Sardegna.

Aree naturali

Alghero conta un panorama naturale molto vario, dalle spiagge con sabbia fine alle scogliere con sassi piatti o molto frastagliati: è apprezzabile soprattutto la vista dal mare, in quanto si riesce a cogliere la varietà della sua costa mista alla vegetazione, la tipica macchia mediterranea e alla pineta che spesso fa da contorno.

Molto apprezzato per il suo panorama è il promontorio di Capo Caccia, con la sua ormai conosciuta falesia a forma di gigante addormentato che è divenuta una dei simboli di Alghero, insieme al pregiato corallo rosso: la zona di Capo Caccia con la prospiciente Isola Piana e del golfo di Porto Conte è sito di primario interesse naturalistico, in cui è stata costituita l’Area naturale marina protetta Capo Caccia – Isola Piana.

La particolare conformazione geologica (origine carsica) rende la zona ricchissima di grotte ed anfratti, ancora in buona parte inesplorati: insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno, accessibili sia dal mare sia da terra (tramite la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari, come l’organo.

Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei Ricami e la Grotta Verde, raggiungibili solo via mare; nella prima numerose concrezioni davano origine a dei ricami di calcare, ora però è completamente devastata e le concrezioni sono sparse dappertutto, mentre nella seconda si possono ancora notare i resti di alcuni graffiti risalenti al Paleolitico, ormai quasi perduti a causa di atti vandalici e passati tentativi di “strappo”.

Alghero e Dintorni

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