Capo Caccia, in algherese Cap de la Caça, è un imponente promontorio di roccia calcarea situato nell’estremità nord-occidentale della Sardegna, a nord di Alghero: dal lato della città che si affaccia sul mare è possibile vederne l’intera estensione del lato est, che fa da cornice ai tramonti della Riviera del Corallo.
Viene chiamato “il gigante addormentato” poiché, osservato dalla città, il promontorio ricorda l’imponente figura di un uomo di pietra che dorme a pancia in su, dominando l’intera rada di Alghero.
Con l’altro promontorio di roccia calcarea di Alghero, Punta Giglio, racchiude il grande golfo di Porto Conte: Capo Caccia deve il suo nome alle battute di caccia al piccione che i notabili dell’800 compivano dalla barca nei periodi di bonaccia attorno al promontorio, dalla sommità del quale si può scorgere l’ampio golfo di Alghero e la vicina isola di Foradada che costituiscono uno fra i panorami più belli e suggestivi dell’isola.
Area Marina Protetta
In tempi recenti è stata dichiarata oasi permanente di protezione faunistica con grande beneficio delle varie specie presenti sia sopra che sotto l’acqua. Attualmente su tutta l’intera area insistono sia l’Area naturale marina protetta Capo Caccia – Isola Piana, riserva marina, che il Parco di Porto Conte, parco regionale terrestre, con fauna e flora uniche, come ad esempio l’imponente grifone.
Capo Caccia è noto anche per la presenza di molte grotte marine nella parte inferiore del promontorio che una volta erano frequentate da numerose famiglie di foca monaca, ora completamente scomparse soprattutto per la crudele caccia che i pescatori in forte competizione con questa specie, hanno compiuto fino ai primi anni del Novecento. La grotta più nota, che porta il nome del dio dei mari, è la Grotta di Nettuno mentre sott’acqua si trova la famosissima e frequentatissima, dai subacquei, Grotta di Nereo, dedicata al padre delle ninfe nereidi, e considerata la più vasta grotta marina sommersa di tutto il Mediterraneo.
Corallium Rubrum
In tutti i fondali circostanti è presente ancora il pregiato Corallium Rubrum, corallo rosso, utilizzato in gioielleria e che caratterizza fortemente la cultura del luogo, con la raccolta effettuata da secoli e la lavorazione artigiana, che hanno dato alla zona il nome di Riviera del Corallo.